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The Green Lie, il film di Werner Boote a CinemAmbiente

Werner Boote porta sul grande schermo gli inganni del greenwashing

Image by Sergey Gricanov from Pixabay

Ieri si è chiusa la 21a edizione di CinemAmbiente, importante festival dedicato alla cinematografia che racconta l’ambiente e le sue problematiche, soprattutto nel suo rapporto con l’uomo. Tanti i film in concorso ed è doveroso segnalare il vincitore del premio più ambito, ovvero il premio Asja.energy per il miglior documentario internazionale, che quest’anno è andato a ‘Genesis 2.0’ di Christian Frei e Maxim Arbugaev.

Noi vogliamo porre l’attenzione in particolare su un film, ‘The Green Lie’ di Werner Boote, che ha ricevuto la Menzione speciale “Ambiente e società” di Arcobaleno cooperativa sociale. Con ironia e intelligenza, il regista austriaco mette in scena gli inganni del ‘greenwashing’, quelle pennellate verdi (strategie di comunicazione e marketing) che molte aziende utilizzano per crearsi una facciata ‘eco’. E perché lo fanno? Perché devono rispondere ad un’opinione pubblica sempre più sensibile alle tematiche ambientali, un’opinione pubblica che spesso si sente utile e ‘attivista’ nel poter acquistare un prodotto equo, sostenibile, ecologico. Non è un errore, è giusto cercare di acquistare in maniera consapevole, ma non ci si può illudere. Lasciamo spiegare dallo stesso Boote, intervistato da La Stampa:

C’è in realtà solo un’unica grande bugia: l’inganno con cui l’industria scarica la responsabilità sull’individuo, facendoci credere che comprando un prodotto invece di un altro possiamo salvare o distruggere il Pianeta. Ma l’individuo, come dice l’economista Raj Patel intervistato nel film, non può essere esperto di tutto, non si può pretendere che leggendo un’etichetta al supermercato riesca a capire quanto un prodotto danneggi gli oceani, la foresta pluviale, quanto impatti sul clima e via dicendo. È impossibile. Certo che abbiamo la responsabilità di comprare prodotti che non danneggino l’ambiente, ma abbiamo anche il diritto di pretendere che l’industria non produca più prodotti dannosi, a prescindere da qualsiasi certificazione di sostenibilità.

Il cambiamento dunque, secondo Boote (ispirato da Noam Chomsky), deve avvenire a monte, è il punto di vista che deve modificarsi, è il modo di produrre, di fare economia che deve evolvere verso una forma più democratica, in cui i diritti dell’uomo e della natura non vengano più sacrificati in nome del profitto. ‘Dobbiamo eliminare la necessità delle bugie verdi’ dice Chomsky.

Ti proponiamo la lettura dell’articolo de La Stampa intitolato “A CinemaAmbiente, le bugie verdi smascherate da Werner Boote”.

E per farti un’idea… il trailer di Green Lie.