Internal Auditing nella PA

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Internal Auditing nella PA

Foto di Tumisu da Pixabay

Prendiamo spunto da un articolo letto su “Internal Audit” (Gennaio-Marzo 2018), pubblicazione trimestrale dell’AIIA, per condividere una riflessione relativa al binomio Internal Audit e Pubblica Amministrazione.

L’organizzazione del controllo nella Pubblica Amministrazione (PA) ha lo scopo di garantire che i suoi organi operino efficacemente per il perseguimento degli obiettivi assegnati.

La legge prevede che l’attività di internal auditing sia svolta da un’autorità controllante, interna o esterna all’organizzazione, al fine di esprimere un giudizio al quale si connette l’adozione di relative misure giuridiche. Gli obiettivi generali perseguiti attraverso l’attività di controllo sono fortemente interconnessi tra loro:

  1. maggiore efficienza ed efficacia funzionale in termini di innalzamento della produttività e qualità del lavoro
  2. promozione di forme di accountability interna ed esterna
  3. rafforzamento dell’autonomia e della responsabilità della dirigenza pubblica nei rapporti con il vertice politico
  4. elevati standard di trasparenza

La disciplina dei controlli interni si è evoluta nel tempo, con un rapporto progressivo e concentrico tra vari provvedimenti. Si sono verificate due fondamentali “stagioni” rappresentate dai seguenti provvedimenti: d.lgs. 286/1999 e d.lgs. 150/2009.

Nella prima stagione si è ampliato il novero dei controlli, affiancando al tradizionale controllo amministrativo-contabile, forme di controllo derivanti da esperienze aziendali, quali controllo strategico, controllo di valutazione delle prestazioni e controllo di gestione.

Nella seconda stagione si è posto in maniera più decisa l’accento sul sistema di valutazione delle performance, atipico per la Pubblica Amministrazione, creando una vera e propria struttura tecnica permanente e Organismi indipendenti di valutazione della performance. In questo caso le attività di controllo amministrativo-contabile vengono svolte da revisori dei conti o dalla Ragioneria generale dello Stato.

L’evoluzione dell’ordinamento ha superato il ristretto orizzonte ispettivo in cui gravitavano i “controlli di sistema” volti alla promozione della qualità dei servizi. Tuttavia, secondo l’Associazione Italiana Internal Auditors, rimangono ampi margini di miglioramento, in quanto gli strumenti normativi non sono stati applicati al massimo delle loro potenzialità e continuano a incontrare sacche di resistenze interne. Ora è necessario ampliare i ragionamenti che riguardano l’articolazione dei presidi di controllo, le tecniche di controllo di processo e i controlli di linea.

Per raggiungere questi risultati è necessario un cambiamento a livello organizzativo, dove gli operatori interni del sistema sono chiamati all’implementazione di nuove metodologie, già in uso nel settore privato, e al raggiungimento di risultati operativi migliori dal punto di vista qualitativo, orientati al raggiungimento di quelli strategici dell’organizzazione.

Un esempio, in tal senso, è la Regione Lombardia così come richiamato nel sopracitato articolo.

di Andrea Avarucci